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No ai CPR: Assemblea pubblica
Ottobre 15 @ 20:30 - 23:00
No ai CPR: né a Trento, né a Bolzano, né altrove!
Appello regionale contro l’apertura di uno o due centri in Trentino-Alto Adige
Assemblea pubblica: martedì 15 ottobre 2024 ore 20.30 presso il Centro sociale Bruno, Trento
Esattamente un anno fa abbiamo iniziato a mobilitarci a livello regionale contro la proposta avanzata dal presidente della Provincia di Bolzano che in campagna elettorale annunciava la realizzazione, in un sito da individuare, di un Centro di Permanenza per il Rimpatrio (leggi qui).
La risposta è stata collettiva e plurale: circa 1.500 persone sono scese nelle strade di Bolzano dicendo chiaramente “NO ai CPR! Nè in provincia di Bolzano, né in provincia di Trento, né altrove”.
Questa scellerata ipotesi sta avanzando anche a Trento per volere di Fugatti:
i centri in previsione sarebbero dunque diventati due, quello di Trento in accordo con il ministero dell’interno da costruire vicino la Questura.
Al di là del luogo che verrà scelto, ribadiamo nuovamente la nostra contrarietà alla realizzazione dei CPR.
Rifiutiamo qualsiasi “lettura positiva” del CPR anche se i centri vengono definiti dal governatore come “piccoli” e gestiti a livello locale.
Il CPR non è mai una soluzione, bensì è a tutti gli effetti una galera etnica dove vengono detenute persone per un periodo che può arrivare fino a 18 mesi e che hanno come unica colpa quella di non essere in regola con il titolo di soggiorno.
I CPR sono parte integrante del sistema coloniale di gestione, controllo e selezione delle migrazioni.
Lager oppressivi nei quali regna l’opacità, inaccessibili alle associazioni di difesa dei diritti umani, alla stampa, ai/alle legali. Solo negli ultimi mesi sono morti nelle mani dello Stato a Ponte Galeria (Roma) e Palazzo S. Gervasio (Potenza) due ragazzi, che si aggiungono alle oltre 30 morti da quando si è introdotta nel 1998 la detenzione amministrativa nell’ordinamento giuridico italiano.
Diverse inchieste giornalistiche e report di associazioni e collettivi, perfino la magistratura, ne hanno messo in luce le gravi carenze: condizioni igienico-sanitarie ampiamente sotto la soglia della dignità, la somministrazione arbitraria ed eccessiva di antiepilettici, antipsicotici e antidepressivi alle persone detenute, la corruzione degli enti gestori, gli abusi e le violenze delle forze dell’ordine. Basta una semplice ricerca per ottenere numerose fonti qualificate per capire il loro fallimento e l’impatto disumano che producono sulle persone.
Si è mai domandato Fugatti quali sono i motivi per cui le persone rimangono sprovviste del permesso di soggiorno?
Sono le stesse logiche emergenziali delle politiche europee e nazionali che producono l’irregolarità: a livello generale, impedendo qualsiasi via di accesso legale e sicura al continente; nello specifico dell’Italia negando, a suon di leggi e decreti “sicurezza”, la possibilità di ottenere il permesso di soggiorno, rendendo così precaria la vita di milioni di persone. Una volontà politica che si inserisce appieno nel sistema economico capitalista che vuole lavoratori e lavoratrici ricattabili e silenti.
Parallelamente, a livello locale, Fugatti è colui che ha deciso di smantellare il sistema di accoglienza, di tagliare assistenza psicologica e legale, opportunità formative e infine di lasciare in strada centinaia e centinaia di richiedenti asilo, negando loro i più elementari diritti fondamentali.
Oggi presenta il CPR come una risposta alla “mancanza di sicurezza”, agli episodi di microcriminalità registrati in città negli ultimi mesi, ma questi sono il frutto proprio delle politiche di abbandono della giunta provinciale. I soldi che si spenderanno per tutto il dispositivo dispendioso del CPR (costruzione, gestione, forze dell’ordine, manutenzione…) saranno sottratti dal welfare e dai percorsi di inclusione sociale: infatti, chi pensa che possa esserci “il CPR e l’integrazione” si sbaglia di grosso.
Il fine dei CPR è anche quello di nascondere coloro che sono considerati indesiderabili e negare cure fisiche e psicologiche, alloggi, istruzione. E questo non vale solo per i/le migranti senza documenti ma per la popolazione in generale.
In tutta Italia le rivolte all’interno dei CPR sono quotidiane e all’esterno si susseguono appelli e mobilitazioni di movimenti, associazioni antirazziste, partiti, avvocatə, medicə, professorə universitari che ne chiedono la chiusura.
Invitiamo tutte le organizzazioni che hanno aderito al Coordinamento Regionale e chi vorrà unirsi a continuare la mobilitazione per impedire la costruzione di questi lager e chiedere la chiusura di quelli esistenti.
Per aderire: trentoantirazzista@gmail.com
Assemblea Antirazzista Trento
Bozen Solidale
Centro Sociale Bruno
Spazio autogestito 77
Scuola di italiano Libera La parola Trento
Collettivo Mamadou
Gruppo Trentino con Mimmo Lucano
CucinaCultura
Scioglilingua Bolzano
Alleanza Verdi e Sinistra del Trentino
Sinistra die Linke
Ambiente e Salute – Umwelt und Gesundheit
Unione Popolare ALTO ADIGE
LINX
Rifondazione Comunista Alto Adige
Pace Terra Dignità Alto Adige
OMAS GEGEN RECHTS – Bozen
ANPI Alto Adige
Rete dei diritti dei senza voce