La concessione è stata revocata nel 2018 dall’allora Giunta guidata da Ugo Rossi e, da allora, c’è una situazione di “vuoto” amministrativo. Nel 2022 l’assessore Tonina aveva comunicato che le forze dell’ordine erano state informate della situazione con l’obiettivo di liberare lo stabile. Adesso la “palla” passa al giudice, che potrebbe decidere di rendere immediatamente esecutivo lo sfratto oppure richiedere ulteriore documentazione.
Ci risiamo, la Provincia di Trento riprova a sfrattarci, questa volta cambiando strategia. Si può dire che non sia una novità poiché è dal 2018, da quando senza alcun motivo l’allora presidente Ugo Rossi aveva ordinato di revocare il contratto di comodato d’uso dell’immobile da noi autorecuperato, che lo annunciano.
Lo aveva promesso Salvini in campagna elettorale per le elezioni provinciali del 2018, da ministro dell’Interno. Lo aveva scritto Andrea Merler, l’ex candidato sindaco di Trento ed ex candidato consigliere provinciale della destra, facendosi un selfie con alle spalle il Centro Sociale (sì proprio colui che si è intascato indebitamente 54.000 euro dalla Provincia per un mutuo agevolato della “prima casa” e continua a sedere nel consiglio di amministrazione di Patrimonio del Trentino, il classico cerca careghe).
Ci aveva provato nel 2022 il consigliere Devid Moranduzzo della Lega e la consigliera Katia Rossato di Fratelli d’Italia, con la richiesta di sgombero portata dall’ex assessore leghista Bisesti al tavolo ordine pubblico e sicurezza (entrambi i consiglieri non sono stati rieletti e finiscono nel dimenticatoio, dopo aver usato l’emiciclo istituzionale per fare chiacchiere da bar e prendersela a turno con bambini afrodiscendenti che giocano sulle altalene, persone migranti costrette a vivere in strada perché illegalmente non accolte dalle loro politiche…). A queste provocazioni, ogni volta, abbiamo risposto continuando a fare iniziative e lotta politica, rinnovando il nostro impegno politico e sociale che non si era fermato nemmeno durante la pandemia. Oltre a noi, in questi anni, hanno preso parola decine di personalità della cultura e dello spettacolo trentine con una lettera a sostegno del Centro sociale a supporto che richiamava alla possibilità di trovare una soluzione per la proprietà dell’immobile tra Provincia e Comune.
Oggi, invece, l’attacco arriva direttamente da Patrimonio del Trentino Spa, che ha deciso di usare un mezzo tecnico-burocratico intimando lo sfratto in tribunale, come succede a tante famiglie che stiamo difendendo contro l’arroganza di Itea e palazzinari. Pur non essendoci sull’area ex Italcementi né alcun progetto definitivo, né alcuna risorsa stanziata, si sono inventati l’abbattimento dello stabile per far passare una strada di accesso in mezzo ad una distesa di posti auto: una farsa, un altro mezzuccio usato come una ruspa, quando la verità è tutt’altra.
Quest’anno saranno 18 anni (dieci nello stabile di Piedicastello) che facciamo parte del tessuto sociale di questo territorio e che organizziamo, sosteniamo, ospitiamo iniziative di ogni tipo, partecipate e attraversate da centinaia di persone. Assemblee, presentazioni di libri, le rassegne cinematografiche di Cinemafutura, concerti e dj set ogni fine settimana, pranzi sociali, attività di mutualismo, percorsi sul transfemminismo, un rifugio solidale per persone senza casa, solidarietà internazionale con l’Associazione Ya Basta! Êdî Bese!, un gruppo di acquisto popolare per il quartiere e non solo; tutto questo e tanto altro senza chiedere un solo euro alla PAT e pagando qualsiasi spesa, compresa la sistemazione dell’immobile, attraverso l’autofinanziamento.
All’interno del Bruno sono attivi diversi progetti, ognuno di questi ha un suo sviluppo, un gruppo di persone che se ne prendono cura e lo mettono a disposizione di tutti e tutte. La scuola di italiano Liberalaparola, lo sportello di orientamento legale, sportello curriculum e il corso per la patente sono resi possibili da circa una quarantina di volontari/e. In media, ad ogni lezione ci sono tra le 50 e i 70 persone provenienti da Paesi africani, asiatici e del Sud america. Solo nel 2023, almeno 300 studenti e studentesse hanno frequentato le oltre 100 ore di lezione di italiano, trasformando questo luogo in un laboratorio di convivenza e reciproca conoscenza, un melting pot che organizza anche momenti di incontro, musica e socialità.
Lo Sportello Casa per Tutt* che in un anno ha seguito, nella ricerca casa e nel blocco dello sfratto, complessivamente 77 nuclei familiari, un numero pari a 308 persone di cui 140 minori e 17 persone con disabilità.
Ciclostile, aperta due volte a settimana, per riparare la propria bici, ma anche per scambiarsi esperienze e idee, chiedere e dare consigli. Non solo un servizio, ma un’articolazione per riappropriarsi attraverso le Critical Mass degli spazi urbani occupati dalle auto e maturare una coscienza collettiva per una mobilità alternativa.
Il Bruno è tante cose insieme, qui trovano casa in modo del tutto naturale il Coordinamento Studentesco Trento e le iniziative di Fridays for Future Trento.
Per questo diciamo chiaramente che ci troviamo di fronte a un nuovo tentativo di ritorsione per quello che quotidianamente facciamo: diamo fastidio all’amministrazione provinciale semplicemente perché abbiamo costruito in tanti anni uno spazio indipendente e non addomesticabile. Perché non abbiamo mai avuto remore a contestare le politiche razziste, classiste e clientelari attuate da questa giunta, che in 5 anni ha fatto solo tanta propaganda e incrementato le disuguaglianze: ossia soldi al suo elettorato – soprattutto delle valli – e per tutti gli altri tagliato diritti e welfare. Una compagine ormai eterodiretta da Roma che si è contraddistinta anche per il suo negazionismo climatico, che ha portato avanti politiche ideologiche contro i richiedenti asilo e i diritti delle persone LGBTQ+, smantellato un sistema di accoglienza e servizi di inclusione per i primi, e tagliato progetti di educazione, promozione e sensibilizzazione contro ogni forma di discriminazione basata sull’appartenenza al genere.
A Fugatti & co. diamo fastidio perché ci opponiamo alla loro miseria politica, al loro essere forti con i deboli, perché rifiutiamo una società fondata sul privilegio di genere, razza e classe.
È alquanto paradossale che nell’anno in cui Trento è capitale europea del volontariato, la Provincia voglia abbattere il Bruno: sfrattarci significa quindi voler attaccare tutto questo, un luogo di attivismo e volontariato critico, appunto un bene comune.