Sabato 25 febbraio
Centro Sociale Bruno – Lungadige San Nicolò 4 (Trento)
Sosteniamo la Mezzaluna Rossa Kurdistan
Presentazione de “La montagna sola” e cena sociale benefit
PROGRAMMA
Ore 17.30: Apertura con aperitivo
📚 Ore 18.00: Presentazione de “La montagna sola. Gli ezidi e l’autonomia democratica di Sengal” (Alegre) con le autrici Chiara Cruciati e Rojbin Beritan,
👩🍳 Ore 20,00: Cena sociale
Piatto unico: Şorba Niska, Hummus, pita e falafel di ceci. Prenotazione obbligatoria, inviare un messaggio al 347 5665953 entro venerdì 24 febbraio ore 12.00. Costo 20€ bibita o birra inclusa.
Tutto il ricavato verrà devoluto alla Mezzaluna Rossa Kurdistan impegnata nelle operazioni di soccorso sul campo
Ore 22.00. Rude Sound Invites: WAS A BE
Mentre continua a crescere il numero delle vittime del terremoto che ha colpito una vasta area al confine tra Turchia e Siria, il ruolo della solidarietà internazionale diventa fondamentale.
Per far fronte ad una tragedia di queste dimensioni, e per permettere a chi si è salvato di trovare un minimo di conforto, è fondamentale continuare a sostenere le iniziative di attivazione popolare ed internazionalista che si sono messe in moto sin dalle prime ore.
Purtroppo la regione ha sperimentato, nell’ultimo decennio, diverse crisi umanitarie dovute soprattutto alla guerra in Siria e al conseguente movimento delle persone in fuga da essa, creando però delle risposte sul campo che ben hanno saputo far fronte a queste emergenze.
Quanto è vero che sia il regime siriano che quello turco hanno usato a piacimento questo contesto politico-sociale per consolidare il proprio potere, è altresì vero che dal basso si è creata una rete di mutuo aiuto che, in casi come quello del terremoto dei giorni scorsi, può attivarsi e rendersi protagonista dell’aiuto umanitario.
Per questo crediamo sia fondamentale continuare a sostenere materialmente la Mezzaluna Rossa Curda, non per “partito preso” ma perché siamo sicuri che le donazioni si trasformino in veri aiuti ed effettivamente arrivino a destinazione.
Non pensiamo nemmeno lontanamente che i canali e gli enti governativi turchi e siriani siano il mezzo per garantire il soccorso delle popolazioni colpite, essendo anch’essi complici di questa immane tragedia. Lo dimostrano i ripetuti tentativi governativi di bloccare i convogli per sequestrarne gli aiuti, come denunciato i giorni scorsi dalla Mezzaluna ad Aleppo della Mezzaluna ad Aleppo.
Gli aiuti umanitari non si possono bloccare per ragioni politiche.
“La montagna sola”, con Chiara Cruciati e Rojbin Beritan
❓ Chi sono gli ezidi? Perché il loro nome è diventato noto nel 2014, dopo il massacro subito dall’ISIS?
Presentazione de “La montagna sola. Gli ezidi e l’autonomia democratica di Sengal” (Alegre) con le autrici Chiara Cruciati e Rojbin Beritan, in libreria alle 19.00.
🗣️ Di loro si è sempre saputo pochissimo – anche per l’assenza di testi scritti dovuta a un ferreo ricorso alla tradizione orale. Il popolo ezida è stato preso come esempio della brutalità dello Stato islamico e usato per giustificare l’intervento militare occidentale, relegando gli ezidi al ruolo di vittime senza speranza né capacità di pensiero politico. “La montagna sola” (Alegre) ne ricostruisce la storia millenaria, la cultura e la religione, e ne riporta la voce diretta raccolta dalle autrici nei loro viaggi a Sengal, di cui uno compiuto insieme a Zerocalcare, autore dell’illustrazione in copertina.
⛰️ Shengal è l’unica montagna che si staglia nella vasta piana di Ninive, al confine con Siria e Turchia. In Iraq la chiamano «la montagna sola», come solo è sempre stato il popolo ezida che la abita, società divenuta introversa a seguito delle numerose persecuzioni subite. Dalla loro resistenza contro l’Isis e dalla liberazione di Sengal, grazie all’aiuto del Partito dei lavoratori del Kurdistan e delle unità curde del Rojava, è nata un’esperienza di autogoverno ispirata al confederalismo democratico, ancora in fieri e minacciata dalle stesse forze che nel 2014 permisero il massacro.
✊ Sulla montagna sola si respira la voglia di una vita finalmente libera dalla paura insieme all’entusiasmo di chi ha preso in mano le redini del proprio destino. Una popolazione chiusa al mondo esterno, conservatrice e legata alle proprie pratiche ha saputo costruire una forma di autogestione del proprio territorio secondo un paradigma estremamente moderno e allo stesso tempo adattabile alle peculiari e antiche caratteristiche dei popoli mediorientali.