Lo sportello Casa per Tutt* promuove un picchetto solidale anti-sfratto per venerdì 27 gennaio
Luciano Vitelli è un pensionato di 66 anni, con una vita di lavoro in cava sulle spalle, che dal 27 gennaio rischia di rimanere senza casa.
Fino al 2017 è vissuto in un appartamento ITEA con la madre per poi subentrare e diventare intestatario del contratto ITEA nel 2018 quando le condizioni di salute della madre si sono deteriorate ed è stata affidata alle cure di una RSA. Da quando è in pensione, Vitelli percepisce un reddito pressoché invariato negli anni di circa 23.000 euro lordi annui. Paga circa 390 euro di affitto e spese condominiali a ITEA per una casa ricoperta di crepe, muffe e quant’altro, che cerca di sistemare poco a poco dopo anni e anni di mancata manutenzione da parte della società.
Per poter accedere ad un alloggio ITEA è necessario presentare un indicatore ICEF per l’edilizia pubblica che non ecceda lo 0,23, mentre per mantenere il diritto a permanere in un appartamento ITEA è necessario che il valore ICEF per l’edilizia pubblica non superi lo 0,34. Tra il 2018 e il 2019, non dovendo più versare l’assegno di mantenimento del figlio, l’ICEF per l’edilizia pubblica di Vitelli balza da 0,2851 a 0,3590 nel 2019, eccedendo di poco il massimale ICEF previsto. Resta pressoché invariato nel 2020 e nel 2021, per poi scendere a 0,3021 nel 2022. Ovviamente l’ICEF fa riferimento alla condizione dell’anno precedente, il 2021, quando Vitelli diventato sessantacinquenne, età nella quale il peso familiare ai fini ICEF passa da 1 a 1,20 comportando l’abbassamento dell’indicatore economico. E quindi, nel caso di Vitelli, determina il rientro nei parametri stabiliti dal regolamento per l’assegnazione di alloggi pubblici.
Nel 2020 ITEA e Servizio Casa del Comune di Trento danno il via alla procedura di sfratto per essere venuto meno al requisito ICEF necessario per esercitare il proprio diritto a permanere dell’abitazione, concedendo un anno di proroga per poter rientrare nei requisiti. Tuttavia, ciò viene registrato dai dati ICEF solo a proroga scaduta, appunto nel 2022. Questo andamento era facilmente prevedibile, visto che trattasi di una persona con un reddito fisso e prossima ai 65 anni: era quasi certo che Vitelli sarebbe rientrato nei parametri nel 2022. Resta dunque incomprensibile il senso di una proroga concessa per un periodo insufficiente a quello necessario per l’abbassamento dell’ICEF in seguito al conseguimento dei 65 anni.
Arriva così l’ingiunzione di lasciare la casa, disposta dal Servizio Casa del Comune di Trento su indicazione delle norme del regolamento ITEA. Vitelli, dopo essersi attivato tramite la partecipazione di bandi per alloggi a canone moderato, aver cercato supporto presso i servizi welfare ed essersi rivolto al libero mercato, resta senza soluzioni. Oggi a Trento i costi di un bilocale, qualora lo si trovi, si aggirano, al minimo, sui 650 euro mensili e la pensione di Vitelli non è garanzia sufficiente per i proprietari di casa. Basta questo a capire cosa sia l’ingiustizia sociale oggi in Trentino e perché sia divenuta intollerabile.
La situazione è pertanto grave: Vitelli, un pensionato di 66 anni con patologie certificate, sta per perdere la casa proprio mentre il prezzo degli immobili schizza alle stelle, senza che nessuno gli abbia offerto una situazione dignitosa. E da questo nessuno trarrà giovamento: la sua casa resterà vuota per anni, come già è successo ad altri 4 appartamenti della sua palazzina (su 12), considerati i lavori di cui l’alloggio necessita per essere reso nuovamente disponibile.
Ora le uniche soluzioni degne possono essere due:
a) si lascia Vitelli nella casa in cui si trova, magari concordando il suo contributo economico ai lavori di cui essa necessita, in modo che possa essere ristrutturata poco a poco.
b) si attende che possa trovare una soluzione alternativa dignitosa, magari aspettando un nuovo bando per l’assegnazione di alloggi a canone moderato da parte di Crosina Sartori, Fondo Housing Sociale Trentino o dalla Curia. E magari lo si aiuta a costruire questa soluzione.
Ogni altra alternativa sarebbe pura barbarie nel contesto attuale.
Siamo ben consapevoli della complessità dei meccanismi che regolano l’edilizia pubblica, l’assegnazione o la revoca di alloggi. Non vogliamo accusare semplicisticamente un solo ente o istituzione, siano ITEA, il Servizio casa o chiunque altro. Quella che denunciamo è la mancanza di un’azione plurale e coordinata tra tutti gli enti e le istituzioni coinvolte, di un’azione che metta al centro i soggetti coinvolti, consentendo loro di condurre una vita dignitosa ed esercitare il proprio diritto all’abitare stabilito dall’art. 25 della Dichiarazione universale dei Diritti Umani.
Lo sfratto di Luciano ne è un esempio. Se avvenisse, non farebbe altro che alimentare l’emergenza abitativa in atto in Trentino lasciando un pensionato di 66 anni, con patologie accertate, per strada e un ulteriore appartamento di edilizia pubblica vuoto. Per questo invitiamo tutte e tutti a mobilitarsi in vista del 27 gennaio, per un picchetto solidale anti-sfratto al fianco di Luciano Vitelli.