Al vuoto istituzionale rispondiamo con la lotta dal basso
Lo scorso 15 giugno il picchetto dei e delle militanti del Centro Sociale Bruno, dell’Assemblea Contro il Carovita e dell’Assemblea Antirazzista giunto in via Bolzano 48 sin dalle prime ore del mattino, ha costretto l’ufficiale giudiziario a posticipare al prossimo 24 giugno l’ingiusto sfratto ai danni della famiglia Ben Sassi con una bambina di 7 anni e un bambino di 1 anno e mezzo con una grave invalidità.
L’assurda motivazione risiede tra le ombre di una clausola dalla dubbia legittimità inserita nel contratto di affitto che ha permesso al padrone di casa di avviare un’ingiunzione di sfratto nei confronti della famiglia “colpevole” di aver pagato in ritardo due rate delle spese condominiali risalenti al periodo autunno 2021.
Nonostante l’appello pubblico del signor Lotfi Ben Sassi e la possibilità di pagare l’affitto mensile, il proprietario di casa ha deciso di proseguire con l’iter dello sfratto, manifestando le sue vere ragioni: immettere l’immobile nuovamente sul mercato a un canone più alto. Allo stesso tempo, le agenzie immobiliari a cui si è rivolto il signor Lotfi Ben Sassi non affittano se sei straniero, se non si posseggono contratti a tempo indeterminato o garanzie economiche eccessivamente cospicue.
Il Comune di Trento ha scelto ancora una volta di trincerarsi dietro al silenzio e alle consuete non soluzioni, proponendo alla famiglia di dividere il nucleo: madre e figli in comunità, padre per strada.
Di fronte a questo ricatto, chiamiamo un nuovo appuntamento per impedire che lo sfratto possa essere messo in atto.
Ci ritroviamo nuovamente in via Bolzano 48 venerdì 24 giugno a partire dalle ore 8.00.
Raggiungeteci in presidio, spargete la voce e impediamo insieme questo vergognoso sfratto.