Il 10 ottobre 2006, in uno stabile abbandonato nell’area ex Zuffo, nasceva il Centro Sociale Bruno.
Negli anni sono cambiati gli spazi che abbiamo saputo chiamare casa, così come le generazioni che li hanno attraversati. Sono cambiati i tempi, sempre più difficili, e i governi, sempre più repressivi, ma ciò non ci ha impedito di costruire uno spazio libero e autonomo: una casa comune nella quale non ci sono recinti ideologici o steccati pregiudiziali, ma tanta voglia di sperimentare nuovi modelli di democrazia, di lottare per cambiare in meglio questa città e questo presente imbarbarito di guerra all’umano e alla vita, di sfruttamento e precarietà.
Fare centro sociale è essere tante cose, al tempo stesso analisi e autorganizzazione, cooperazione ed eresia: è immediatamente riprendersi la voglia di decidere sulla propria vita, di praticare il comune qui e ora, di non girarsi dall’altra parte di fronte alla violenza del capitale, ma di affrontare le sue contraddizioni a partire dal proprio territorio.
Non stupisce come negli anni la Provincia abbia tentato di allontanarci da ciò che abbiamo conquistato dieci anni fa, restituendolo alla collettività per sottrarlo alla rendita e all’abbandono. Il Centro Sociale Bruno continua ad essere sotto attacco e un nuovo tentativo di sfratto sta bussando alla nostra porta.
Ma in un mondo che cambia rapidamente, rischiando di precipitare, il nostro impegno rimane immutato.
Abbiamo scelto di non fermarci né indietreggiare, con la consapevolezza che la libertà è una lotta costante che si conquista passo dopo passo.
Continueremo pertanto a camminare in avanti, fianco a fianco di chi vorrà resistere con noi.
¡Que viva la Lucha! ¡ Que Viva el Bruno!