Giovedì 25 settembre 2025 ore 17.00 – Dipartimento di Sociologia
Il genocidio in Palestina, di cui proprio negli ultimi giorni con l’invasione di Gaza City abbiamo visto un’ulteriore brutale escalation, va avanti non solo nell’impunità completa di Israele e del suo governo, ma anche con la diretta collaborazione dei governi e delle economie occidentali.
Il governo italiano, insieme agli atenei, alle industrie di armamenti e ai colossi della logistica presenti sul nostro territorio, proprio a partire da ottobre 2023 ha incrementato i rapporti commerciali e le collaborazioni con Israele. Un caso eclatante è quello del commercio con Tel Aviv di materiale per fabbricare esplosivi, di cui l’Italia è il terzo fornitore di Israele su scala globale, fatto passare come fertilizzante agricolo e quindi escluso dalle regolamentazioni sul commercio di armamenti.
La complicità occidentale al genocidio in corso non ha però scalfito il movimento globale a sostegno della popolazione palestinese che sta trovando innumerevoli sbocchi e forme, dalle mobilitazioni di piazza agli eventi di sensibilizzazione, dalle missioni umanitarie al boicottaggio.
L’ondata di mobilitazioni e iniziative di boicottaggio che ha interessato la società su scala globale, tra cui in Italia la chiamata al blocco di porti e poli della logistica del 22 settembre, dimostra che è ancora possibile una concreta opposizione sociale al regime di guerra globale che vediamo consolidarsi ogni giorno di più, e di cui il genocidio in corso in Palestina costituisce la manifestazione più feroce.
Ne parliamo con
Elisa Brunelli, autrice dell’inchiesta “Altro che Food for Gaza. L’Italia ha inviato a Israele materiali chiave per esplosivi e armi nucleari” per Altreconomia
Michele Borgia, attivista e portavoce italiano della Global Freedom Flotilla
