MANIFESTAZIONE NO CPR: NÉ A TRENTO, NÉ A BOLZANO, NÉ ALTROVE

SABATO 13 DICEMBRE ORE 14.30 – PIAZZA DANTE, TRENTO
DIRITTI E GIUSTIZIA SOCIALE!

Coordinamento Trentino-Alto Adige/Südtirol NO CPR

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Il 24 ottobre 2025 il presidente della Provincia Fugatti ha firmato un accordo con il ministro dell’Interno Piantedosi per costruire un Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) in Destra Adige, vicino al quartiere di Piedicastello: una gigantesca gabbia stretta tra l’autostrada e la tangenziale di tremila metri quadrati, con container, filo spinato, barriere e telecamere, destinata a rinchiudere decine di persone che non hanno commesso alcun reato. 

La decisione della giunta Fugatti arriva dopo anni di retorica razzista che parla di “sicurezza” mentre crea esclusione sociale e paura del migrante. Con questo accordo la Provincia ha scelto di farsi parte attiva della strategia nazionale del governo Meloni, che punta ad aprire almeno un CPR in ogni regione.

I CPR sono strutture detentive in cui vengono trattenute persone che non sono riuscite a ottenere il “documento giusto”: uomini e donne colpevoli soltanto di un’irregolarità amministrativa, puniti con la privazione della libertà personale. È da ben ventisette anni che il sistema della detenzione amministrativa produce solo violenza, soprusi e morte, rappresentando un’ingiustizia alimentata da politiche sull’immigrazione che causano irregolarità discriminando in base al paese di origine, allo status giuridico e alla classe di appartenenza. Sono lo strumento di deterrenza principe, funzionale allo sfruttamento delle persone migranti. Perchè se sei senza documenti, sei ricattabile e disposto ad accettare qualunque sopruso pur di evitare di finire inghiottito nel gorgo dei CPR. 

In Italia oggi sono dieci i CPR attivi, a cui si aggiunge quello aperto in Albania, frutto di un accordo neocoloniale che esternalizza la detenzione fuori dai confini nazionali, mantenendone però la gestione italiana.

I CPR sono il simbolo di una violenza sistemica normalizzata, luoghi di tortura legalizzata, come li definiscono le persone che vi sono rinchiuse e le organizzazioni che da anni ne denunciano le condizioni disumane. Sono anche chiamati “i manicomi del presente”, spazi di confinamento che nascondono alla vista pubblica chi viene considerato indesiderato, non produttivo e quindi non degno di esistere.
Non c’è modo di renderli “più umani”, come non è possibile riformare questo sistema: i CPR sono lager di Stato, perché non esiste un modo giusto per fare una cosa ingiusta.
La detenzione amministrativa è di per sé incompatibile con i principi fondamentali di uno Stato di diritto: legittima la privazione della libertà senza reato e introduce un doppio binario razziale, di vera e propria apartheid, tra cittadini e cittadine appartenenti alla stessa comunità.  

Non possiamo accettare la costruzione di un CPR nè qui nè altrove. 

Siamo oltre quaranta realtà sociali, antirazziste, sindacali e politiche del Trentino-Alto Adige/Südtirol, la maggior parte impegnate ogni giorno nella solidarietà e nel sostegno alle persone migranti.
Ci siamo ritrovate in un percorso comune perché vediamo nel CPR un salto di crudeltà della giunta Fugatti e l’ennesima falsa soluzione a problemi complessi.
Facciamo appello a tutta la cittadinanza: è il momento di mobilitarsi insieme per opporsi alla costruzione del CPR nel nostro territorio.

Inoltre, tutto ciò si inserisce in un disegno più ampio: lo smantellamento del sistema di accoglienza, l’aumento dell’esclusione e della povertà, la cancellazione di qualsiasi ipotesi di regolarizzazione e il progressivo restringimento dei diritti di chi vive e lavora in Italia.
Solo a Trento si stima che tra le 1.200 e 1.500 persone richiedenti asilo, che in base al diritto internazionale – recepito anche dall’Italia – avrebbero diritto ad un’accoglienza degna di tal nome, siano già oggi escluse da qualsiasi forma di assistenza, lasciate in strada, a serio rischio di irregolarità.

Invitiamo tutte e tutti a unirsi a questo percorso. Scendiamo in piazza unit* per dire che la vera sicurezza non nasce dalla sofferenza, né dall’esclusione: nasce dal pieno riconoscimento dei diritti di cittadinanza e dalla giustizia sociale. È ora che le istituzioni smettano di eludere i propri doveri.

  • Per la chiusura di tutti i centri di detenzione amministrativa: questo sistema non è riformabile!
  • Per il ripristino e potenziamento del sistema di accoglienza diffusa come alternativa strutturale alla realizzazione dei CPR in Trentino-Alto Adige/Südtirol!
  • Per l’abolizione della legge Bossi-Fini e dei cosiddetti decreti “sicurezza”!
  • Vogliamo percorsi di regolarizzazione, diritti e inclusione!
  • Vogliamo allargare il diritto fondamentale alla libera circolazione anche ai cittadini e alle cittadine non comunitarie!

Aderiscono al Coordinamento regionale:

Assemblea Antirazzista Trento

Bozen Solidale

Centro Sociale Bruno

Spazio autogestito 77

Scuola di italiano Libera La parola Trento

Coordinamento Studentesco Trento

Collettivo Mamadou

Gruppo Trentino con Mimmo Lucano

CucinaCultura

SOS Bozen

Scioglilingua Bolzano

Alleanza Verdi e Sinistra del Trentino

Sinistra die Linke
Ambiente e Salute – Umwelt und Gesundheit

Unione Popolare Alto Adige

LINX

Rifondazione Comunista (Trentino e Alto Adige)

Pace Terra Dignità Alto Adige

OMAS GEGEN RECHTS – Bozen

ANPI (Trentino e Alto Adige)

Rete dei diritti dei senza voce

Mediterranea Trento

Centro Pace ecologia e diritti – Rovereto

Il Gioco degli Specchi APS

Associazione Oratorio S.Antonio

Comunità di S. Francesco Saverio

Donne per la Pace Trento

Arcigay del Trentino

GrIS Trentino

Associazione A scuola di Solidarietà

ATAS Onlus

Donne in nero di Rovereto

Arci del Trentino

Cortili di Pace di Pergine

Yaku onlus

Extinction Rebellion Trento

Associazione 46° Parallelo ETS / Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo

Onda Trentino

Penny Wirton Trento

Comunità islamica Trento