Mercoledì 15 novembre 2023 ore 18.00 ritrovo in via Verdi, davanti sociologia. Assemblea di costruzione giovedì 9 novembre 2023 ore 18.00 Atrio di sociologia.
Da un mese stiamo assistendo al genocidio della popolazione palestinese di Gaza, costretta dal 2007 a un criminale assedio imposto unilaterlamente da Israele e avvallato dai suoi alleati occidentali.
Dal 7 ottobre, è in corso un un massacro di civili senza precedenti. L’aviazione israeliana ha sganciato oltre 25 mila tonnellate di esplosivo, l’equivalente di due bombe atomiche, in una prigione a cielo aperto di 40 chilometri per 7.
Il piano di pulizia etnica è stato svelato dai media israeliani, con la diffusione di un documento dei servizi segreti che prevede la deportazione di 2,3 milioni di persone residenti di Gaza nel deserto del Sinai.
Per accelerare questo processo, il governo israeliano ha ridotto la popolazione allo stremo. Si bombardano gli ospedali, le telecomunicazioni e le panetterie, togliendo l’accesso a acqua ed elettricità.
Fino a questo momento, solo pochissimi convogli umanitari sono riusciti ad entrare, grazie alle pressioni della società civile internazionale, una frazione molto limitata rispetto al fabbisogno della popolazione. Inoltre, gli aiuti non riescono ad arrivare alle zone settentrionali della striscia, poiché Israele ha emesso il folle e irrealizzabile ordine di evacuare la regione e trasferirsi al sud, bombardando poi chi ha seguito le indicazioni e scatenando una gravissima crisi umanitaria.
L’occupazione israeliana continua a ostacolare l’accesso al carburante, che è fondamentale per il funzionamento degli ospedali, continuamente minacciati dai bombardamenti e diventati rifugio per decine di migliaia di persone.
Fin dall’inizio, i governi occidentali, inclusa l’Italia, si sono schierati senza esitazioni e con assoluta complicità dalla parte di Israele, autorizzando il massacro in corso, fornendo supporto militare e salutando con favore il progetto di una nuova Nakba.
Con la diplomazia internazionale ridotta a fantoccio di se stessa, la mobilitazione internazionale è l’unica cosa che può fermare il governo israeliano, evitare l’allargamento incontrollato del conflitto e che la causa palestinese venga strumentalizzata da regimi e organizzazioni armate islamiste e fasciste.
Non possiamo restare inerti di fronte a un genocidio.
Non possiamo permettere che la tragedia di Gaza venga silenziata in nome degli interessi commerciali, militari ed energetici di lobbies e governi.
Continuiamo a mobilitarci per chiedere e praticare, a partire dai nostri territori, l’interruzione dei rapporti commerciali, accademici e militari con Israele; per la cessazione dell’occupazione e della colonizzazione dei territori palestinesi; per un processo di pace che sia reale, che coinvolga veramente la popolazione palestinese e non sia imposto unilaterlamente per garantire gli interessi strategici nella regione.
Invitiamo tutt* a prendere posizione, a schierarsi e a mobilitarsi dalla parte della popolazione palestinese. Costruiamo una mobilitazione ampia, dalle aule dell’università, dai nostri posti di lavoro, alle strade delle nostre città.
Ci vediamo giovedì 9 novembre 2023 alle ore 18 nell’atrio di Sociologia per costruire la manifestazione di mercoledì 15 novembre 2023
Troviamoci, parliamone e mobilitiamoci