SABATO 19 novembre 2022 ore 16:00
Presidio in Piazza Pasi
Siamo famiglie con due o tre figli che vivono in bilocali dalle condizioni precarie e insalubri. Paghiamo dai 500 ai 600 euro di affitto per dormire in soggiorno e vivere con la muffa lungo i muri. In alcuni casi, aspettiamo una casa ITEA anche da 10 o 15 anni. Tuttavia, la graduatoria non scorre, le case non vengono assegnate. Ormai la situazione è la medesima sia nella graduatoria per “cittadini comunitari” sia in quella per “cittadini extracomunitari” (i quali, teniamo a ricordare, pagano le tasse qui da decenni). Se facciamo richiesta di appartamenti a canone moderato ci rispondono che il nostro indicatore ICEF è troppo basso, ma, al contempo, è troppo elevato per la concreta possibilità di ottenere un appartamento ITEA. Sul mercato privato, ormai, appartamenti mediocri arrivano a costare anche più di 1.000 euro al mese (spese escluse). A maggior ragione, se porti un nome “straniero”, non vieni
minimamente considerato e puoi ritenerti fortunato se trovi un monolocale con la muffa a 600 euro al mese.
E intanto il numero di appartamenti ITEA vuoti cresce esponenzialmente: ora sono più di 1.200.
Invece di lavorare alacremente per risolvere il problema, ITEA sfratta famiglie a cui aveva dato un alloggio con assegnazione emergenziale: “Sono scaduti i termini”, dicono. Non è forse loro responsabilità? Non consegnano case in assegnazione ordinaria e sfrattano da quelle date in assegnazione temporanea per poi tenerle vuote. Nonostante le innumerevoli segnalazioni ricevute, ITEA e Provincia ignorano volutamente la questione abitativa in Trentino. Fanno finta di non vedere l’emergenza, mentre a Trento la Casa della Giovane e l’Ostello si riempiono di famiglie con bambini, spesso separati (per periodi più o meno lunghi) dai padri, che non vengono alloggiati nelle stesse strutture e, in altri territori, le famiglie dormono in macchina.
È giunto il momento che ci ascoltino!
Invitiamo tutte le famiglie che da troppo tempo aspettano una casa ITEA, le famiglie sotto sfratto e già sfrattate, le famiglie con alloggio ITEA che si sono viste aumentare le spese condominiali a dismisura a scendere in piazza con noi. Domandiamo che le amministrazioni pubbliche prendano finalmente atto dell’emergenza abitativa in corso. Chiediamo un incontro con l’assessora Segnana a cui presentare le nostre richieste:
1) I 1.215 appartamenti Itea sfitti devono subito essere messi a disposizione delle famiglie e dei singoli che ne hanno necessità. Siamo stanchi di discorsi generici e vaghe promesse. Chiediamo una lista degli appartamenti vuoti, che illustri i lavori necessari per renderli abitabili. Se ITEA da sola non è in grado di sistemarli, può chiedere il coinvolgimento delle amministrazioni locali, delle famiglie in graduatoria e del volontariato. Se occorre uno sforzo collettivo per mettere fine a questo abbandono del bene pubblico e alla situazione di difficoltà di tante famiglie, lo si può fare insieme.
2) La sospensione immediata di tutti gli sfratti da parte ITEA sino a che non avrà trovato soluzioni dignitose per le famiglie coinvolte. Se i termini di assegnazione temporanea sono scaduti, faccia scorrere la graduatoria ordinaria; se si è superato il limite ICEF, trovi affitti a canone moderato. ITEA non è un affittuario privato, ma è finanziata con soldi pubblici e dunque porta su di sé una responsabilità sociale.
3) Un fondo di sostegno alle famiglie che si trovano in condizione di morosità nei confronti dei privati e un ulteriore stanziamento provinciale per ridurre le spese condominiali negli alloggi ITEA.
C’È IN CORSO UN’EMERGENZA ABITATIVA.
BASTA SFRATTI, ALLOGGI POPOLARI SUBITO.
SERVONO RISPOSTE IMMEDIATE!
Sportello Casa per Tutt*
info: sportellocasa@protonmail.com