Assegnare gli appartamenti sfitti e fermare gli sfratti ITEA attraverso una lotta unitaria e reale.
Apprendiamo dai giornali della notifica di sfratto da parte di ITEA nei confronti di un anziano di 66 anni per aver di pochissimo superato i parametri ICEF previsti. Facciamo notare che si tratta dell’ennesimo sfratto da parte di ITEA: sabato scorso hanno infatti preso la parola, nel corso del presidio davanti al casinò di Arco, le famiglie sfrattate o sotto sfratto della zona dell’Alto Garda.
ITEA sfratta anziani, disabili e famiglie nonostante disponga di oltre 1.200 appartamenti sfitti; risulta inoltre che la quota di appartamenti riconsegnati annualmente superi di gran lunga il numero di quelli assegnati. Infatti, secondo il Bilancio Sociale ITEA 2020 (p. 18), nel 2018 sono stati restituiti 408 appartamenti e riassegnati 390, nel 2019 ne sono stati restituiti 425 e riassegnati 313, nel 2020 ne sono stati restituiti 340 e riassegnati 250.
In aggiunta, famiglie già sfrattate da mesi o anche da più di un anno segnalano che gli alloggi in cui abitavano sono ancora vuoti a dispetto delle buone condizioni degli stessi. Siamo quindi di fronte a delle politiche di ITEA S.p.A. razionalmente inspiegabili e inumane.
Invitiamo inquilini e richiedenti alloggi ITEA a lottare uniti per il diritto all’abitare. Si cerca, infatti, da parte della dirigenza ITEA e delle forze politiche che compongono l’attuale giunta provinciale di dividere la popolazione (e magari anche di regolare qualche “conto” al proprio interno), giocando con i bisogni vitali delle persone. Per questo si pongono autoctoni contro migranti, chi viene sfrattato da ITEA contro chi attende un alloggio pubblico, chi sfora di poco i requisiti ICEF contro chi ha ancor meno.
Tuttavia, se si guarda alla concretezza della questione abitativa, la lotta è comune e non può che avere obiettivi semplici e unitari:
1) ITEA deve subito mettere a disposizione gli alloggi sfitti. Se lamenta mancanza di risorse e personale chieda alla Provincia di sancire la situazione di emergenza, di mobilitare il proprio personale tecnico e chieda il supporto del volontariato (molti alloggi richiedono solo lavori di piccola entità).
2) ITEA deve bloccare tutti i propri sfratti stante la grave crisi sociale in atto e la sua incapacità di fornire soluzioni alternative alle famiglie che caccia dai propri alloggi.
3) Nessuna persona con più di 65 anni deve essere sfrattata da un alloggio ITEA. Lo sancisce lo stesso regolamento della società che si cerca di forzare con mille pretesti. Non è tollerabile sfrattare una persona anziana e allontanarla dal suo ambiente e dalla sua comunità. Si possono invece favorire gli scambi di abitazione all’interno degli stessi complessi residenziali (un anziano rimasto solo in un appartamento più grande lo cede ad una famiglia e si trasferisce in uno più piccolo) o, qualora si superassero i parametri ICEF (non di 1 centesimo!), trasformare il contratto in assegnazione di alloggio a canone concordato.
4) Per quanto riguarda tutti gli altri inquilini e inquiline dell’edilizia pubblica occorre sancire il principio che ITEA non è una società immobiliare privata, ma uno strumento di ammortizzazione sociale deputato a garantire alloggi popolari a tutte le persone escluse dal mercato privato. Per questo, in nessun caso può sfrattare senza offrire alternative dignitose: esistono gli alloggi ITEA a canone concordato, esiste il Fondo sociale housing Trentino, esiste la Fondazione Crosina Sartori. Se un nucleo familiare supera i parametri ICEF spetta ad ITEA coordinarsi con le istituzioni sopra citate o coinvolgere i locatori privati per consentire a chi ha visto migliorare lievemente la propria condizione economica di poter cambiare alloggio; il fatto che questo non accada rappresenta già di per sé un fallimento dell’attuale politica abitativa ed un tradimento della missione che ITEA dovrebbe avere.
In ogni caso, ora c’è un’urgenza: assegnare gli appartamenti sfitti e fermare gli sfratti ITEA, e occorre farlo attraverso una lotta unitaria e reale.
SPORTELLO CASA PER TUTT*