Per il diritto di asilo, per un’accoglienza senza discriminazioni – Assemblea pubblica

Secondo i dati in nostro possesso sono circa 230 le persone richiedenti asilo in attesa da mesi di entrare nel sistema di accoglienza.

Non è una situazione nuova, era stata già denunciata da noi con esposti e mobilitazioni pubbliche, ma mai come in questo ultimo anno la condizione delle persone giunte in Trentino dalla Rotta balcanica è stata così pesante, nonostante al Viminale non sieda più da tempo Salvini. Dopo i tagli prodotti dai decreti sicurezza, i governi che si sono succeduti (l’ultimo quello di larghe intese Draghi) non hanno ritenuto di dover ristabilire lo stato di diritto e ripristinare un sistema di accoglienza dignitoso con servizi di inclusione.

🛌UN’EMERGENZA UMANITARIA SENZA PRECEDENTI

L’accoglienza in Italia è garantita dal decreto legislativo n.145 del 2015.
Nel testo si specifica che ad ogni cittadino straniero che manifesta la volontà di chiedere asilo deve essere data la possibilità di presentare una richiesta entro pochi giorni e, contestualmente, nel caso non fosse in grado di provvedere con mezzi economici sufficienti al proprio sostentamento, garantito l’ingresso nel sistema di accoglienza.

Nella realtà la normativa non viene rispettata ma interpretata alzando barriere burocratiche: si costringono così le persone ad attendere mesi prima di poter presentare la domanda di asilo e a dormire in ripari di fortuna, con l’intento sottinteso – a nostro parere – di farle lasciare il territorio, perché per loro non c’è posto.
Commissariato del Governo, Provincia Autonoma di Trento e Questura si spartiscono equamente le responsabilità agendo in modo del tutto illegale, fuori dallo stato di diritto.
La giunta Fugatti ha recentemente affermato di poter accogliere fino ad un massimo di 600 persone e che il sistema è saturo.

Noi invece pensiamo che sia possibile tornare ad un sistema di accoglienza diffusa che risponda ai bisogni primari coniugando dignità e diritti. Senza dimenticare chi già vive in una condizione di povertà e di precarietà abitativa ed è costretto a rivolgersi ai servizi di bassa soglia. L’accoglienza ad oltre 2.000 persone ucraine ospitate in 111 comuni del Trentino dimostra che è possibile accogliere puntando su un modello che metta in sinergia le comunità locali.

Per questi motivi vogliamo invitare tutte le persone che stanno partecipando alla settimana dell’accoglienza ad unirsi al nostro appello e di immaginare insieme una giornata (o più giornate) di mobilitazione.

I tempi che stiamo vivendo necessitano di un maggior impegno e responsabilità collettiva perché quello che succede alle persone migranti riguarda tutte e tutti noi ed è un riflesso dello stato in cui versa la nostra fragilissima democrazia.

Vi aspettiamo mercoledì 19 ottobre alle 20.30 al Centro sociale Bruno.

Le soluzioni, immediatamente praticabili, le abbiamo indicate in questi mesi e le ha indicate il Centro Astalli: ripristinare il diritto di asilo senza contrapporre pretestuosi ostacoli; rispettare le tempistiche della normativa che prevedono pochi giorni di attesa per formalizzare la domanda di protezione internazionale; aumentare i posti in accoglienza e tornare ad un sistema di accoglienza diffuso. Occorrerà trovare strumenti per fare pressione e mettere le istituzioni di fronte alle proprie responsabilità.

Assemblea Antirazzista Trento


📹 Guarda il video che le persone non accolte hanno chiesto di diffondere: https://www.facebook.com/assembleaantirazzistatrento/videos/1281316452638386