Covid 19: il tempo della disgregazione

La nostra riflessione in merito alle piazze no Green Pass regionali, alla gestione politica e narrativa della pandemia e alla necessità di una lotta per la cura.

Oggi lo stato di disgregazione della società italiana è sotto gli occhi di tuttə: non stiamo parlando di conflittualità, ma di disgregazione.

È cosa ben diversa: la conflittualità non distrugge una società, la rinnova; la disgregazione attua invece esattamente l’opposto. La conflittualità è la vita delle società, la disgregazione la loro morte: si tratta di due opposti.

La conflittualità presuppone che vi sia lo scontro tra due o più forze che cozzano in nome di ideali e interessi confliggenti per ridefinire il carico o la natura dei legami che tengono unite le persone in una società. La disgregazione è invece il progressivo venire meno di un’appartenenza collettiva, è il cozzare confuso di una miriade di interessi privati o corporativi o localistici che segnalano lo sfaldamento del «patto sociale» preesistente.  

Il suo sbocco naturale è offrire maggiori margini d’azione alle tendenze autoritarie o addirittura totalitarie del capitale e dello stato-nazione. Perché la stragrande maggioranza delle persone vuole pur vivere, avere la certezza della sicurezza personale, del lavoro, dei servizi pubblici. Se vengono meno quei legami all’interno della società che fanno sentire le persone ragionevolmente sicure di poter avere tutto ciò, allora la stragrande maggioranza di esse si volge a chi detiene il potere perché sia lui a garantirgli queste cose «con il pugno duro», senza le «lungaggini della politica», senza «troppe discussioni».

È quello che sta accadendo in Italia oggi. Una società già disgregata da decenni di politiche e di egemonia culturale liberista è stata ulteriormente straziata dalla pandemia e dalla sua gestione. Sino al punto di dividersi ulteriormente sul tema della vaccinazione. 

Il vaccino è una misura di profilassi collettiva, volta a tutelare la collettività (i fatti lo stanno confermando senza ombra di dubbio) non esistono ragioni sensate per non contribuirvi vaccinandosi. (cfr intervista a prof Burgio): a meno che non si abbia un fondato sospetto che vi possa essere un rischio di danni alla propria salute, ma è questione da risolversi in ambito medico, rivolgendosi alle/agli specialisti capaci di fornire adeguate risposte.

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