“Si è deciso una rimodulazione dei servizi di accoglienza fino al 31 luglio e soprattutto, cosa non semplice, c’è l’impegno di trovare nuovi spazi per i tanti che chiedono un posto dove stare. L’emergenza coronavirus, infatti, ha messo ulteriormente sotto pressione le strutture presenti che possono offrire meno posti visto le regole del distanziamento sociale che devono essere osservate”[1].
Scriveva il 2 giugno “Il Dolomiti” dando notizia delle decisioni del “Tavolo Inclusione”, composto da realtà coinvolte a vario titolo nel sistema di accoglienza, compresi i rappresentanti istituzionali di Comune e Provincia.
A più di un mese di distanza non abbiamo più saputo quanti e dove siano i posti letto messi a disposizione. Come noi, non lo sanno neppure molti operatori del settore e le persone che di quei posti letto avrebbero bisogno.
Per questo ci rivolgiamo all’amministrazione comunale, che siede al “Tavolo inclusione”, per chiedere: quanti sono i posti letto aggiunti a quelli ordinari in bassa soglia? In quali strutture sono collocati?
Da anni ormai segnaliamo l’insufficienza degli alloggi per le persone senzatetto a Trento, chiedendo l’apertura di nuovi dormitori e di un ostello per lavoratori che consenta di avere un tetto sopra la testa a chi ha abbastanza soldi per pagare un posto letto e non abbastanza per pagare un affitto. Vorremmo ora avere la certezza che la proroga dei servizi di accoglienza sia effettiva.
Rivolgiamo inoltre un’altra domanda a Gianluca Barbacovi, presidente provinciale di Coldiretti Trento.
“Il Dolomiti” del 3 luglio[2] scriveva che Coldiretti Trento avrebbe fatto richiesta di circa 2 mila lavoratori extra comunitari, auspicando “che si approvi velocemente il decreto flussi dal governo centrale”. Si scriveva anche che molte aziende trentine si erano già organizzate con lavoratori già presenti in Italia, ma che “questo non è abbastanza e serve personale”.
Ora, non intendiamo mettere in discussione la necessità di un nuovo decreto flussi, solo riportare le segnalazioni che ci giungono da decine di persone, in massima parte di origine straniera, già presenti in Trentino, molte delle quali con esperienza pregressa di lavoro in agricoltura. Queste persone hanno segnalato la propria disponibilità lavorativa presso l’agenzia del lavoro iscrivendosi alle apposite liste, ma non sono mai state chiamate. Magari non sono sufficienti a colmare tutta la richiesta di manodopera, ma sono già qui e si potrebbe assumerle subito per risolvere almeno in parte il problema segnalato da Coldiretti in merito alla mancanza di lavoratori agricoli.
Per questo domandiamo se come Coldiretti siete a conoscenza della disponibilità di queste decine e decine di lavoratori (ma probabilmente sono centinaia)?
Se la loro disponibilità non fosse stata comunicata ai datori di lavoro per problemi “burocratici” all’interno degli uffici provinciali vi è un servizio di Coldiretti a cui possono rivolgersi direttamente?
Crediamo vi sia una certa disponibilità di offerta che di domanda di lavoro in agricoltura e sarebbe un peccato se non si incrociassero.
Assemblea Antirazzista di Trento
[1] “Senzatetto a Trento, prorogati (e rimodulati) i servizi di accoglienza ma ora il problema è la mancanza di spazi. Comune e associazioni alla ricerca di strutture”, 2 giugno 2020.
[2] “Agricoltura, è corsa contro il tempo. Mancano lavoratori stranieri e il decreto flussi è bloccato. Coldiretti Trentino:”Chieste 2 mila persone ma è tutto fermo’‘, 3 luglio 2020.