Tra pochi giorni, in occasione del 25 aprile, gli amministratori della nostra città saranno in prima fila a celebrare la liberazione dal nazifascismo. Peccato che i nazifascisti siano tutt’altro che sconfitti, i nazifascisti e i razzisti di vario genere nella nostra città picchiano e accoltellano mentre in molte località a noi vicine i loro attentati incendiari contro le residenze destinate ai profughi hanno di fatto reso impossibile l’accoglienza. Eppure chi compie o appoggia queste azioni può tranquillamente svolgere la propria propaganda razzista nelle vie di Trento senza che le istituzioni e l’amministrazione cittadina facciano nulla per impedirlo.
Sabato 21 aprile infatti l’amministrazione intenderà concedere spazio a dei nazifascisti dichiarati provenienti da fuori regione. Il pretesto di un gazebo informativo locale infatti è stato ben presto smascherato grazie all’annunciata presenza di diversi militanti di altre città assieme a Luca Castellini, coordinatore forzanovista nelle città del Nord Italia, ultrà dell’Hellas, noto per la sua simpatia per il nazismo: durante una festa della tifoseria allo stadio Bentegodi nell’estate 2017, ringraziò Adolf Hitler «che ha pagato tutto questo» e intonò il coro «una squadra fantastica fatta a forma di svastica».
Tutto questo più avvenire anche perché a Trento manca ancora un efficace regolamento comunale che consenta di negare l’utilizzo di ogni spazio pubblico (non solo le sale comunali, ma anche vie e piazze) a tutte le associazioni che rifiutano di dichiarare la propria adesione ai valori antifascisti sanciti dalla Costituzione della Repubblica Italiana. Regolamenti simili sono già stati approvati a Riva ed Arco, ma anche città capoluogo in tutta Italia come ad esempio Pavia, Bologna, Genova, Milano e Torino.
Come mai a Trento no? Evidentemente la maggioranza espressione del cosiddetto “centro-sinistra autonomista” non riesce a partorire una posizione comune ed efficace su questo tema, non riesce ad impedire che picchiatori ed accoltellatori fascisti possano presentarsi nelle nostre vie e nelle nostre piazze come attori legittimati del “gioco democratico”.
Non c’è compattezza nel difendere le nostre città da pericolosi rigurgiti fascisti e razzisti ma c’è un’impressionante compattezza istituzionale nel mettere in atto l’ennesima guerra ai poveri e alla solidarietà: apprendiamo oggi dai quotidiani locali che il cosiddetto centro sinistra si prostra alle destre populiste e al neoliberismo, responsabili dell’impoverimento della società, appoggiando la proposta iniziale di Vittorio Bridi (colui che quando Mamadou Seck, cittadino italiano di origine senegalese, fu eletto al Consiglio comunale di Trento affermò “Far entrare un immigrato di colore in Consiglio è una cosa gravissima, scandalosa; non mi siederò mai vicino a Seck. Piuttosto resterò in piedi per 5 anni”) e di Alberto Pattini, capogruppo di Patt sull’introduzione del divieto assoluto di elemosina.
Questa è per noi la dimostrazione di come un antifascismo puramente istituzionale e commemorativo sia perdente e insufficiente, in particolar modo quando viene accompagnato con pratiche di questo tipo.
Lasciamo pure i signori e le signore della giunta ai loro equilibrismi politici, alla loro ipocrisia e alle loro ricorrenze.
Noi ai fascisti e a regolamenti criminali risponderemo ripetendo ancora una volta la consegna ereditata dalla resistenza: “Ai nostri posti ci troverete”.
L’antifascismo è una necessità che si fa pratica e non una mera ricorrenza da sbandierare una volta all’anno o in campagna elettorale: la Liberazione è un esercizio quotidiano.
Per questo invitiamo tutti e tutte ad unirsi a noi in piazza Cesare Battisti il 21 aprile alle ore 11.00 e il 25 aprile in Piazza Pasi alle 15.30: Il vento identitario, nazionalista e sovranista spira ovunque e con forme diverse. Non prendere posizione significa essere già schierati.