BASTA GUERRA AI MIGRANTI.
DIRITTI E AUTODETERMINAZIONE
Martedì 6 dicembre prenderemo parte anche noi alla fiaccolata “Il Trentino Accoglie”, una manifestazione necessaria ed urgente per ribadire, senza se e senza ma, due concetti fondamentali: da una parte richiedere una forte e chiara presa di posizione contro gli ignobili attentati di Soraga e Lavarone; dall’altra ribadire ancora che l’accoglienza dignitosa ai richiedenti asilo deve essere garantita come diritto fondamentale e che ogni istituzione locale, assieme ai cittadini, può e deve fare la sua parte, rifiutando quel clima generale di razzismo e odio alimentato dalle menzogne della Lega e dell’estrema destra.
Saremo all’interno del corteo con la volontà di portare un nostro contributo, denunciando ancora una volta come le scelte politiche europee in tema di migrazioni stiano continuando a produrre effetti dannosi sulla vita dei migranti.
Oggi dobbiamo avere il coraggio di dire che i leader europei, alla ricerca disperata di erodere consenso alle destre, hanno dichiarato una vera e propria guerra ai migranti ritenuti a torto il capro espiatorio della crisi economica e di legittimità delle stesse élite. Questa guerra che miete vittime nel silenzio più totale si declina attraverso scelte politiche precise e un sistema di barriere materiali e immateriali erette per bloccare ed ostacolare i flussi migratori.
Non possiamo accettare che nel 2016 ci siano ancora più di 5.000 persone lasciate morire in mare per l’assenza di canali umanitari.
Non possiamo accettare che si stipulino accordi con i Paesi terzi (il cosiddetto Migration compact che tanto piace a Renzi, Merkel e Hollande) per esternalizzare le frontiere europee e per agevolare i rimpatri nei paesi di origine e transito dei richiedenti asilo.
Deportazioni come quelle avvenute in agosto, quando il ministro Alfano ha acconsentito il rimpatrio forzato di 48 profughi in Sudan, un paese governato da un criminale colpevole di genocidio nel Darfur.
Non possiamo accettare che il modello da seguire sia il vergognoso accordo tra l’Unione europea e la Turchia e che vengano sacrificati i diritti fondamentali e si chiudano gli occhi sul fatto che questi Stati non garantiscono diritti e protezione nemmeno ai propri cittadini.
Ma non possiamo nemmeno accettare che l’Italia diventi uno “stato prigione”, un laboratorio di gestione dei flussi migratori nel quale viene negato qualsiasi diritto. Secondo il rigoroso rapporto di Amnesty International “Hotspot Italia”, le pressioni dell’Unione europea affinché l’Italia usi la “mano dura” nei confronti dei migranti hanno dato luogo a espulsioni illegali, a maltrattamenti e torture. Il quadro che fornisce Amnesty è alquanto grave e ripugnante e proprio qui, lungo l’asse del Brennero, le morti dei migranti in transito ci dicono chiaramente che il colpevole è il letale connubio tra l’approccio hotspot e il regime del confine.
Essere perciò in questo corteo senza dire tutto questo per noi sarebbe ipocrita. Riteniamo urgente provare a intrecciare le giuste rivendicazioni di un’accoglienza dignitosa con l’immediata richiesta di apertura di canali umanitari sicuri e di nuove politiche europee che riconoscano il diritto all’autodeterminazione dei migranti e la loro libertà di movimento.