Guerra alla guerra

Rubrica di narrazioni storiche a cura di Tommaso Baldo

Nel maggio 1915 il Regno d’Italia entra nella prima guerra mondiale. Il conflitto durerà tre anni, i morti al fronte saranno 650.000, quelli civili 600.000. Ancora oggi questa ecatombe è celebrata dallo stato italiano come fondamento dell’ “unità nazionale”, noi invece preferiamo ricordare gli uomini e le donne, anzi soprattutto i ragazzi e le ragazze che a quella guerra si opposero protestando, disertando e cospirando. In 8 puntate cercheremo di raccontare le storie delle tante Italie operaie e contadine, libertarie, socialiste e cattoliche, rivoluzionarie e riformiste, che resistettero all’Italia “nazione”, alla sua guerra e ad un regime autoritario che anticipava già quello fascista.

I puntata – Neutralisti

In questa prima puntata parleremo del movimento dei lavoratori in Italia che, fin dal suo sorgere, ha avuto tra i proprio principi base l’antimilitarismo. Agli inizi del ‘900 sono numerose le agitazioni e le proteste contro la guerra e l’esercito che attraversano le piazza italiane. Quando scoppia la Prima Guerra Mondiale, il movimento dei lavoratori cerca di tenere fuori l’Italia dal conflitto.

II puntata – Il “Maggio radioso”

Nel 1915 il Regno d’Italia venne trascinato in guerra scavalcando il parlamento ed ignorando la volontà del paese in maggioranza contrario, grazie anche alla campagna di polemiche e minacce orchestrata da un composito fronte “interventista”.

III puntata – Tempo di guerra

L’inizio della guerra vuol dire non solo fame e centinaia di migliaia di morti al fronte, ma anche repressione, censura e propaganda nazionalista, ma nonostante questo l’opposizione di classe contro la guerra e chi l’ha voluta continua ed essere presente nel paese

IV puntata – 1917

Nel 1917 il Regio esercito italiano, come tutti gli altri eserciti coinvolti nel conflitto è ormai fortemente logorato. Sia al fronte che nelle retrovie si moltiplicano proteste, diserzioni e veri e propri ammutinamenti.

V puntata – I ragazzi e le ragazze che volevano fare la rivoluzione

L’organizzazione giovanile del Partito Socialista rappresentò per tutta la durata della guerra la più coerente opposizione al conflitto. L’esempio della rivoluzione russa suscitò speranze che qualcosa di simile fosse possibile anche in Italia ponendo le basi per la nascita del Partito Comunista.

VI puntata – Caporetto

A Caporetto il Regio esercito italiano subisce ad opera delle truppe austro-tedesche una disfatta di grandi proporzioni che sembra portarlo alla sconfitta, ma a forza di fucilazioni, propaganda e repressione lo stato riesce a imporre al paese la prosecuzione della guerra

VII puntata – 1918

Dietro la retorica “patriottica” che parla di un paese unito contro il “nemico esterno” aumentano sempre di più le proteste, le sommosse e gli scioperi da parte di una popolazione stremata e alla fame, mentre lo stato accentua la sua azione repressiva contro il “nemico interno”

VIII puntata – L’autunno in cui non facemmo la rivoluzione

Nell’autunno del 1918 l’Impero austroungarico sta ormai cadendo a pezzi mentre il Regio esercito italiano si prepara ad un’ultima spallata per potersi impadronire dei suoi cocci. Intanto il Partito socialista italiano, diviso al suo interno, progetta uno sciopero generale per mettere fine al conflitto.